L’operazione è molto semplice ed è anche regolata da una legge speciale, si accede al prestito e la restituzione per capitale e interessi avviene attraverso il pagamento rateale equivalente ad un quinto dello stipendio che l’ente previdenziale o il datore di lavoro versano direttamente alla finanziaria o alla banca. La citata legge speciale prevede che si accenda, per ogni prestito erogato una polizza assicurativa che garantisca la restituzione del prestito nel caso malaugurato in cui il debitore dovesse venire a mancare o il dipendente dovesse perdere i posto di lavoro.
In sostanza la restituzione del prestito viene garantita dal pagamento dell’ente pubblico che versa un quinto della pensione o dello stipendio per conto del pensionato o del proprio dipendente e in caso di decesso o di perdita del posto l’assicurazione provvede alla restituzione. Si tratta in definitiva di una operazione a rientro certo, in quanto da una parte il pagamento deve essere effettuato da un ente pubblico ed è agganciato al versamento di una pensione o di una retribuzione e, in caso di morte o perdita del posto, il pagamento viene assicurato dalla relativa polizza.
In sostanza in queste operazioni il finanziatore non si assume alcun rischio di inadempienza, egli riavrà certamente i propri soldi in modo ancora più comoda del prestito ipotecario, in quanto, in caso di inadempienza egli non dovrà passare attraverso le lungaggini di una procedura esecutiva immobiliare, ma si vedrà il dovuto liquidato per intero direttamente dall’assicurazione.
La considerazione di tali elementi fa capire come queste operazioni dovrebbero avere delle condizioni molto più favorevoli per il consumatore, mentre al contrario sono gravemente squilibrate a favore delle finanziare e delle banche.
Ci avevano insegnato che un elemento decisivo al fine della determinazione del tasso d’interesse applicabile ad un prestito è la considerazione del rischio connesso alla restituzione: è noto che i mutui fondiari, muniti di una garanzia ipotecaria su immobili, sono da sempre i prestiti che godono di tassi di interesse più bassi rispetto a quei prestiti muniti di garanzie minori o privi di garanzie reali e personali. Alla stregua di tale principio ci si attenderebbe che le cessioni del quinto, che godono di garanzie di rientro pari a quelle dei mutui e che permettono un soddisfacimento in caso di inadempienza addirittura più agevole, godano di un tasso d’interesse uguale o inferiore a quello dei mutui. Al contrario se consultiamo il rilevamento dei tassi medi calcolato dalla Banca D’Italia ai fini del rilevamento dei tassi usurari, si vedrà che, mentre per i mutui ipotecari i tassi applicati sono, per il tasso fisso, da un minimo del 5,12 % ad una massimo di 10,40 %, mentre per le cessioni del quinto, il tasso va da un minimo di 13,14% al 20,45 % Sembra incredibile ma i malcapitati che ottengono un prestito con cessione del quinto, pur garantendo in modo assoluto la restituzione del prestito, pagano un interesse più che doppio rispetto al mutuo ma addirittura superiore a tutte le altre classi di finanziamento. Si paga di meno, sempre secondo i dati della Banca D’Italia, con “conti correnti garantiti o non garantiti”, “anticipi e sconti bancari”, “factoring”, “crediti personali e alle famiglie”, “leasing, di ogni tipo “, “crediti finalizzati”. Gli interessi della cessione del quinto sono inferiori soltanto agli “scoperti senza affidamento” alle famigerate “carte revolving” (ma solo per i prestiti inferiori ai 5.000 euro). Insomma il povero pensionato o dipendente pubblico o di una grande azienda, che ha la necessità di accendere un prestito con cessione del quinto, pur garantendo in modo assoluto il puntuale rientro, riceve un trattamento di chiunque acceda ad un prestito senza alcuna garanzia!!Si consideri che tassi indicati sono quelli “medi” rilevati dalla Banca d’Italia perché per raggiungere il tasso definito usurario occorre raggiungere un tasso ancora superiore. Di conseguenza ci sono persone che versano legittimamente un tasso del 25%.
Si tratta di un vero scandalo, che probabilmente è cagionato dal fatto che i pensionati o i dipendenti pubblici non fanno sentire la loro voce per ottenere quanto viene riconosciuto a tutti gli altri.
È una vera e propria piaga sociale che trasferisce in modo ingiusto risorse eccessive in favore dei soggetti che operano nel settore sottraendole dalle tasche di chi, con sacrificio è costretto per esigenze personali a ricorrere ad un prestito.
Sono auspicabili decise iniziative delle organizzazioni di categoria per porre fine a questo stato di cose.